Da byaldino il tuo kit parto personalizzato (disponibili per gatti e per cani)
ogni pezzo del kit può essere acquistato singolarmene:
– 1 paio clamp – euro 9,00
– 1 paio forbici – euro 9,00
– 1 confezione collarini cuccioli – euro 15,00
– 1 confezione latte beaphar – euro 14,00
– 1 pistoncino muco – euro 5,00
– 1 bilancia – euro 35,00
– 1 sondino nutrizionale – euro 7,00
– guanti in lattice – euro 12,00
– telini – euro 0,40 cad.
– termometro digitale – euro 18,00
– coppia nipple con siringhe – euro 15,00
– tettarella Wombaroo con siringa – euro 6,00
– colostro gatto 50g – euro 25,00
– goccine nutridrops 30ml – euro 25,00
Gattini in arrivo … cosa fare
La salute dei neonati dipende dallo stato di salute, sanitario e genetico, dei genitori, dall’alimentazione della madre durante la gravidanza e l’allattamento, dall’igiene dell’ambiente in cui avviene il parto. Le prime due settimane di vita sono le più delicate perché il 65% della mortalità neonatale è concentrata in questo periodo e in molti allevamenti il tasso annuo di mortalità neonatale sfiora il 20%.
Il peso emotivo di queste perdite e il senso di sconfitta e impotenza che ne deriva contribuiscono ad aumentare il timore nell’affrontare nuovi parti. Tuttavia la maggior parte delle affezioni neonatali responsabili di questi decessi può essere affrontata e superata con una certa tranquillità se si conoscono i fabbisogni fisiologici dei gattini e i fondamentali della gestione pediatrica dei neonati.
Vediamo i vari punti:
1. Rianimazione dei neonati
I neonati dopo il parto (naturale o con cesareo) possono avere bisogno di una prima assistenza rappresentata dalla rianimazione. Il problema è l’ipossia, la mancanza di ossigeno dovuta alla difficoltà di compiere i primi atti respiratori. Essa è più frequente quando il cucciolo è nato immaturo o se al momento dell’espulsione si è presentato podalico. In questo caso il primo atto respiratorio avviene prima dell’espulsione completa e il cucciolo inspira il liquido amniotico.
Per prima cosa si deve liberare il gattino dal sacco amniotico (entro 2 minuti) ed eliminare dalle narici e dalla gola il liquido amniotico. Può essere sufficiente una leggera soffiatina nelle narici oppure usare pipette di plastica, cotton fioc.
Una manovra efficace consiste nel tenere il cucciolo con la testa rivolta verso il basso e la bocca aperta e fare leggeri ma decisi movimenti oscillatori che stimolano la ripresa respiratoria. Ad essa si può fare seguire anche una delicata compressione del torace per facilitare l’espansione polmonare. Una volta stabilizzata l’attività respiratoria il gattino va sistemato i un box riscaldato fino a ripresa completa.
Può essere di grande aiuto l’impiego di una piccola incubatrice per cuccioli dotata di un termostato regolabile, un igrometro e un erogatore di ossigeno.
Registrazione della cartella del neonato
Si visita il neonato, lo si identifica e si registrano su un quaderno i suoi dati. Si esamina che l’ombelico sia pulito, il respiro regolare, occhi e orecchi senza secrezioni, palato normale, temperatura rettale 36-37°. Finita la visita si riporta il cucciolo alla madre e lo si stimola alla suzione dal capezzolo.
2. Temperatura ambientale
La temperatura ambientale è cruciale per assicurare la sopravvivenza dei neonati. I cuccioli si riscaldano reciprocamente stando in gruppo ma sono completamente dipendenti dalla temperatura ambientale per almeno 15gg. Se la temperatura ambientale si abbassa a livello di quella corporea del cucciolo, egli non sarà più in grado di alimentarsi spontaneamente e nonostante il pianto verrà allontanato dalla madre e non sarà più recuperabile. Per evitare questo rischio è necessario controllare la temperatura della sala parto e della cassa parto.
Impiegare con cautela la lampada a infrarossi perché surriscalda facilmente l’ambiente alterando il quoziente di umidità. E’ preferibile che il suo posizionamento sia decentrato rispetto alla cassa in modo da permettere alla madre e ai cuccioli di spostarsi anche in zone con calore meno diretto. La temperatura elevata o un riscaldamento troppo rapido provocano vasodilatazione periferica, abbassamento della pressione e carenza di ossigeno con conseguente superlavoro cardiaco e polmonare che possono risultare fatali.
Molto utili possono essere le borse dell’acqua calda poste sotto dei panni sul fondo della cassa parto.La temperatura iniziale attorno ai 30°C solo nei primissimi giorni perché normalmente è mal tollerata dalla madre.
Ridurre gradualmente la temperatura fino ad arrivare a 22°C nella terza settimana.
3. Disidratazione
Il cucciolo non è sensibile solo alla bassa temperatura ma anche alla disidratazione. L’82% del suo peso è costituito da acqua, il rene è totalmente immaturo e permette il riassorbimento solo parziale dell’acqua filtrata a livello renale, circa il 20-50% di quello che avviene nel rene dell’animale adulto.
L’umidità ideale della sala parto è 55-60%. Il cucciolo disidratato si comporta come l’ipotermico, smette di alimentarsi, perde vitalità, si raffredda e viene abbandonato dalla madre. Se è già ipotermico o disidratato deve ricevere urgentemente un trattamento veterinario.
4. Ipotermia neonatale
Alla nascita il sistema di termoregolazione del neonato non è ancora attivo, manca il riflesso del rabbrividire che compare verso la settimana di vita, e quindi è molto sensibile al freddo. La termoregolazione si attiva su uno stimolo di natura energetica quindi l’energia è in assoluto la prima cosa di cui un cucciolo ha bisogno.
Egli non dispone di riserve energetiche ad eccezione del grasso sottocutaneo che può supportare il neonato solo per poche ore. Il potenziale enzimatico indispensabile per produrre autonomamente glucosio è insufficiente. In queste condizioni è sufficiente che il neonato manchi due poppate per entrare in crisi, diventa letargico, sta in disparte, non ha energia per attaccarsi alla madre che di conseguenza lo abbandona. La temperatura rettale è di 34,4°C.
Cosa NON fare.
Non tentare di alimentare forzatamente il cucciolo. Quando il suo sistema di termoregolazione non è attivo il suo stomaco non funziona e l’introduzione di qualsiasi nutriente può solo peggiorare la situazione. Nel cucciolo ipotermico il rischio di polmonite ab ingestis è molto alto.
Cosa fare.
Riscaldare gradualmente il cucciolo (borse d’acqua calda) in modo da portare, in circa due ore, la temperatura rettale almeno a 36.3°C. Poi fornire una fonte energetica ad immediato assorbimento, che non implichi un processo digestivo (lo stomaco è fermo), che non crei picchi glicemici ma che sia costante e sufficientemente duratura.
I rimedi estemporanei, miele o soluzioni zuccherine, non sono la scelta migliore e nemmeno la più semplice. Perchè?
Il miele è denso e il cucciolo non lecca e non succhia.
Le soluzioni zuccherine sembrano una scelta facile ma quale sarà lo zucchero giusto da usare? Zucchero raffinato? Zucchero di canna? Dolcificanti artificiali? Glucosio? Fruttosio?
E’ necessario ricordare che il sistema ormonale di controllo della glicemia del cucciolo è immaturo e incapace di gestire gli zuccheri che vengono somministrati. Inoltre, quale deve essere la concentrazione della soluzione? Quanta ne va somministrata? Quante volte? Con quali intervalli?
Per prepararla è necessaria acqua calda che poi dovrà essere raffreddata per poter essere somministrata al gattino. In una situazione di emergenza il tempo è prezioso. Quando non si possono correre rischi è meglio impiegare preparazioni pensate appositamente per questo. https://www.ozopet.com
5. Mortalità neonatale
La principale causa di morte dei cuccioli alla nascita (15%) e nelle prime ore (8%) è l’ipossia cioè l’inadeguata ossigenazione. Il cucciolo nasce con un certo grado di acidosi che diminuisce con la regolarizzazione dell’attività respiratoria. Quando questa ritarda, l’anidride carbonica aumenta e il cucciolo diventa letargico fino all’esito finale. Solo la supervisione al momento del parto può ridurre il tasso di mortalità.
6. Sindrome del cucciolo sano che muore
La causa considerata spesso “inapparente” è la carenza di fosfatidilcolina del surfactant factor polmonare. Il fattore surfactante è un tensioattivo, costituito da lipidi e proteine, che regola il meccanismo di elasticità degli alveoli polmonari e quindi la capacità del polmone di espandersi e contrarsi. Suo è il compito di impedire il collasso in fase di espirazione e l’eccessiva dilatazione degli alveoli in fase inspiratoria. A questa funzione vitale unisce anche una partecipazione alla risposta infiammatoria e immunitaria locale polmonare. Purtroppo non c’è alcuna possibilità di intervento preventivo o terapeutico.
Nota bene
In alcuni dei punti trattati sono previsti, nelle situazioni estreme, trattamenti con farmaci e/o soluzioni iniettabili che non sono stati indicati in quanto sono di esclusiva competenza del Medico Veterinario che decide caso per caso dopo accurata visita del soggetto.
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